martedì 21 febbraio 2012

SOFIA DI SARNO - La natura e gli estranei: antologia da Sepùlveda



Nel romanzo di Luis Sepùlveda Il vecchio che leggeva romanzi d'amore ho apprezzato particolarmente i brani che mettono in risalto i cattivi comportamenti che possono avere gli uomini bianchi quando si trovano fuori dalla loro patria, come per esempio la prepotenza. Secondo l'autore, i loro atteggiamenti offendono la natura, portando anche alla morte di alcuni animali che, se non vengono infastiditi, non attaccano di certo gli uomini.


Gli estranei 




Antonio José Bolivar, dopo cena, inizia a ricordare come era iniziata la sua vita a El Idilio e in particolare un episodio che lo porterà a disprezzare ancora di più la figura del Sindaco della località, oltre che i gringos americani, che non sembrano non saper rispettare nulla. 



Di malumore si mise la dentiera e masticò i pezzi rinsecchiti di fegato. Aveva sentito dire spesso che con gli anni arriva la saggezza, e aveva aspettato, fiducioso, che questa saggezza gli desse quello che più desiderava: la capacità di guidare la direzione dei ricordi per non cadere nelle trappole che questi spesso gli tendevano. 
Ma ancora una volta cadde nella trappola e smise di sentire il rumore monotono dell’acquazzone. 
Erano passati vari anni dalla mattina in cui, al molo di El Idilio, era arrivata un’imbarcazione mai vista prima. Una lancia piatta, a motore, che permetteva di viaggiare comodamente a circa otto persone, sedute a due a due invece che nella scomodissima fila indiana dei viaggi in canoa. 
Con la nuova imbarcazione arrivarono quattro nordamericano provvisti di macchine fotografiche, viveri e arnesi di uso sconosciuto. Rimasero ad adulare e intossicare di whisky il sindaco per vari giorni, finché il ciccione, tronfio di orgoglio, si avvicinò con loro alla sua capanna, indicandolo come il più grande conoscitore dell’Amazzonia. 
Il grassone puzzano di alcool e non smetteva di chiamarlo suo amico e collaboratore, mentre i gringos fotografavano non solo loro due, ma tutto quello che capitava davanti alle macchine fotografiche. 
Senza chiedere il permesso entrarono nella capanna, e uno di loro, dopo aver riso a crepapelle, insistette per comprare il ritratto che lo mostrava accanto a Dolores Encarnacion del Santisimo Sacramiento Estupiñan Otavalo. Il gringo osò staccare il quadro dalla parete e metterselo nello zaino, lasciandogli in cambio un pugno di banconote sul tavolo. 
Fece fatica a frenare la rabbia e a tirare fuori le parole. 
“Dica a quel figlio di puttana che, se non rimette subito al suo posto il ritratto, gli faccio volare via le palle con due colpi di doppietta. E sappia che la tengo sempre carica.” 
Gli intrusi capivano lo spagnolo, e non ebbero bisogno che il ciccione spiegasse nel dettaglio le intenzioni del vecchio. Il sindaco, in tono amichevole, chiese loro comprensione, adducendo che i ricordi erano sacri in quelle terre, e aggiunse che non dovevano aversene a male, perché gli ecuadoriani, e lui in particolare, apprezzavano molto i nordamericani, quindi, se si trattava di portarsi via qualche bel ricordo, si sarebbe incaricato lui stesso di trovargliene. 
Non appena il ritratto fu tornato al suo posto, il vecchio alzò i cani della doppietta e ordinò loro di andarsene. 



L’amore degli shuar 




Esiste una piccola tribù che popola l’Amazzonia, chiamata Shuar. All’interno della loro comunità l’amore è visto in una forma molto diversa da quella che noi occidentali conosciamo e Antonio José Bolivar ha potuto constatarlo in prima persona 


Durante la sua vita tra gli shuar non ebbe bisogno dei romanzi per conoscere l’amore.
Non era uno di loro, e pertanto non poteva avere mogli. Ma era come uno di loro, e quindi lo shuar anfitrione, durante la stagione delle piogge, lo pregava di accettare una delle sue spose per maggiore orgoglio della sua casta e della sua casa. 
La donna offertagli lo conduceva fino alla riva del fiume. Lì, intonando anents, lo lavava, lo adornava e lo profumava, per poi tornare alla capanna ad amoreggiare su una stuoia, coi piedi in alto, riscaldati dolcemente da un fuoco, senza mai smettere di intonare anents, poemi nasali che descrivevano la bellezza dei loro corpi e la gioia del piacere, aumentato infinitamente dalla magia della descrizione. 
Era amore puro, senza altro fine che l’amore stesso. Senza possesso e senza gelosia. 
“Nessuno riesce a legare un tuono, e nessuno riesce ad appropriarsi dei cieli dell’altro nel momento dell’abbandono.” 
Così gli spiegò una volta il suo compagno Nushiño. 


La perversità umana 




Da tempo una femmina di tigrillo minaccia la popolazione de El Idilio e così Antonio José Bolivar, il sindaco e altri uomini decidono di andare a scovarla nella sua tana per ucciderla e porre fine alle paure dei cittadini. Dopo un faticoso viaggio, però, il protagonista si ritrova da solo faccia a faccia con l’animale. 


In alto, sul bordo del declivio, la femmina muoveva la coda freneticamente. Le piccole orecchie vibravano captando tutto i rumori della foresta, ma non attaccava. 
Sorpreso, il vecchio si mosse lentamente fino a recuperare la doppietta. 
“Perché non attacchi? A che gioco stai giocando?” 
Sollevò i cani della doppietta e si accostò l’arma al volto. A quella distanza non poteva fallire. 
In alto la femmina non gli staccava gli occhi di dosso. All’improvviso ruggì, triste e stanca, e si lasciò cadere sulle zampe. 
La debole risposta del maschio gli arrivò da molto vicino, e non fece fatica a trovarlo. 
Era più piccolo della femmina, e stava sdraiato al riparo di un tronco vuoto. Era ridotto pelle e ossa e aveva una coscia quasi strappata dal corpo da un colpo di fucile. L’animale respirava a stendo, e l’agonia sembrava dolorosissima. 
“Volevi questo? Che gli dessi il colpo di grazia?” gridò il vecchio verso l’altura, e la femmina si nascose tra le piante. 
Si avvicinò al maschio ferito e gli accarezzò la testa. L’animale alzò appena una palpebra. Esaminando con attenzione la ferita vide che cominciavano a mangiarselo le formiche. 
Appoggiò le due canne del fucile al petto dell’animale. 
“Mi dispiace, compagno. Quel gran figlio di puttana di un gringo ci ha fottuto la vita a tutti”, e sparò. 



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