giovedì 2 febbraio 2012

ALICE MASSI - Controversia: “Il Principe deve utilizzare forza e astuzia?”


A-    Dunque, ci troviamo qui oggi per discutere della teoria politica di Machiavelli, secondo cui il Principe dovrebbe usare forza e astuzia, quando necessarie, per mantenere saldo e forte lo Stato, quindi per il bene collettivo. Egli afferma, infatti, che la politica è una dottrina a se stante, con leggi proprie, autonome rispetto a quelle della morale o della religione.


B-    Precisamente. Come dice Machiavelli, infatti, gli uomini tendono al male, sono egoisti e cattivi, per questo chi li governa deve tenerne realisticamente conto e agire di conseguenza, imparando a essere “non buono”, se ciò è dettato dalla necessità politica. Così, per un bene superiore, il Principe deve sapersi servire di entrambe le nature: umana e bestiale. E’ giusto che il Principe sappia mentire e non rispetti la parola data, se tale rispetto lo danneggia: «poiché chi meglio ha saputo farsi volpe, meglio è riuscito ad avere successo». E’ inoltre giusto che per mantenere integro lo Stato, si eserciti la forza e si uccidano alcuni, per il bene di molti.
A-    La tua posizione sarebbe inattaccabile, se non fosse che, al di là di un apparente realismo, nella teoria machiavelliana è presente un’utopia: la realizzazione del bene collettivo. Come la storia ci ha mostrato, ogni tentativo di applicare forza e astuzia per il bene di molti si è rivelato vano: infatti, questo bene supremo non si è mai raggiunto. Prendiamo come esempio i totalitarismi: sebbene i Capi di Stato abbiano utilizzato forza, violenza, ingegno e astuzia, non sono mai riusciti a concretizzare il sogno di uno Stato ben organizzato, forte e solido, i cui cittadini vivessero in pace e godessero di prosperità. Come dice il filosofo Karl Popper, i miglioramenti in uno Stato vanno fatti a piccoli passi, e non si può in virtù di un’utopia calpestare tutto ciò che si trova sulla propria strada. E’ vero che ai tempi di Machiavelli, quando ancora non si parlava di democrazia, la sua teoria aveva molti sostenitori, ed essa potrebbe essere valida, se davvero il male esercitato dal Principe evitasse un male maggiore, e creasse le condizioni di un ordinato e pacifico vivere civile. Tuttavia, poiché questo non avviene, e il fine di carattere superiore non si realizza nonostante le azioni del Principe, la teoria machiavelliana può essere considerata non idonea alla politica dei nostri giorni.
B-    Non idonea? Molti dei politici dei nostri giorni, al contrario, ammirano l’opera di Machiavelli e le sue teorie politiche. Quanti politici mentono e non rispettano la parola data, pur sembrando ancora giusti, onesti e degni di fiducia? E non è forse vero che la forza rende forte e rispettato uno Stato? La teoria di Machiavelli è valida proprio perché attuale e ancora applicabile.
A-    E’ innegabile che ciò che hai detto spesso accade in politica, ma oggi non si parla di potere assoluto così come faceva Machiavelli, non viene quindi applicata la sua teoria in senso proprio, ma solo alcuni aspetti ne sono ripresi dai nostri politici. Al giorno d’oggi, la forma di governo più diffusa è la democrazia, proprio perché si è confermata l’idea che il potere assoluto corrompe, e porta chi lo detiene a curare il proprio interesse, e non quello collettivo. Per questo la teoria machiavelliana ai giorni nostri non ha, in tutte le sue parti, un’applicazione: non porta alla realizzazione né  fine più elevato, ovvero la salvezza dell’ordine, né della sicurezza e della libertà dell’intera comunità organizzata in Stato.

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