A- Dunque, ci troviamo
qui oggi per discutere della teoria politica di Machiavelli, secondo cui il
Principe dovrebbe usare forza e astuzia, quando necessarie, per mantenere saldo
e forte lo Stato, quindi per il bene collettivo. Egli afferma, infatti, che la
politica è una dottrina a se stante, con leggi proprie, autonome rispetto a
quelle della morale o della religione.
B- Precisamente.
Come dice Machiavelli, infatti, gli uomini tendono al male, sono egoisti e
cattivi, per questo chi li governa deve tenerne realisticamente conto e agire
di conseguenza, imparando a essere “non buono”, se ciò è dettato dalla
necessità politica. Così, per un bene superiore, il Principe deve sapersi
servire di entrambe le nature: umana e bestiale. E’ giusto che il Principe
sappia mentire e non rispetti la parola data, se tale rispetto lo danneggia: «poiché
chi meglio ha saputo farsi volpe, meglio è riuscito ad avere successo». E’
inoltre giusto che per mantenere integro lo Stato, si eserciti la forza e si
uccidano alcuni, per il bene di molti.
A- La tua posizione
sarebbe inattaccabile, se non fosse che, al di là di un apparente realismo,
nella teoria machiavelliana è presente un’utopia: la realizzazione del bene
collettivo. Come la storia ci ha mostrato, ogni tentativo di applicare forza e
astuzia per il bene di molti si è rivelato vano: infatti, questo bene supremo
non si è mai raggiunto. Prendiamo come esempio i totalitarismi: sebbene i Capi
di Stato abbiano utilizzato forza, violenza, ingegno e astuzia, non sono mai
riusciti a concretizzare il sogno di uno Stato ben organizzato, forte e solido,
i cui cittadini vivessero in pace e godessero di prosperità. Come dice il
filosofo Karl Popper, i miglioramenti in uno Stato vanno fatti a piccoli passi,
e non si può in virtù di un’utopia calpestare tutto ciò che si trova sulla
propria strada. E’ vero che ai tempi di Machiavelli, quando ancora non si
parlava di democrazia, la sua teoria aveva molti sostenitori, ed essa potrebbe
essere valida, se davvero il male esercitato dal Principe evitasse un male
maggiore, e creasse le condizioni di un ordinato e pacifico vivere civile.
Tuttavia, poiché questo non avviene, e il fine di carattere superiore non si
realizza nonostante le azioni del Principe, la teoria machiavelliana può essere
considerata non idonea alla politica dei nostri giorni.
B- Non idonea?
Molti dei politici dei nostri giorni, al contrario, ammirano l’opera di
Machiavelli e le sue teorie politiche. Quanti politici mentono e non rispettano
la parola data, pur sembrando ancora giusti, onesti e degni di fiducia? E non è
forse vero che la forza rende forte e rispettato uno Stato? La teoria di
Machiavelli è valida proprio perché attuale e ancora applicabile.
A- E’ innegabile
che ciò che hai detto spesso accade in politica, ma oggi non si parla di potere
assoluto così come faceva Machiavelli, non viene quindi applicata la sua teoria
in senso proprio, ma solo alcuni aspetti ne sono ripresi dai nostri politici.
Al giorno d’oggi, la forma di governo più diffusa è la democrazia, proprio perché
si è confermata l’idea che il potere assoluto corrompe, e porta chi lo detiene
a curare il proprio interesse, e non quello collettivo. Per questo la teoria
machiavelliana ai giorni nostri non ha, in tutte le sue parti, un’applicazione:
non porta alla realizzazione né fine più
elevato, ovvero la salvezza dell’ordine, né della sicurezza e della
libertà dell’intera comunità organizzata in Stato.
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