Italo Calvino, Il cavaliere inesistente
Nel VII capitolo del romanzo Il cavaliere inesistente di Italo Calvino si parla di un inquietante bosco nel momento in cui Agilulfo e Torrismondo discutono sulla verginità di Sofronia, perché il giovane cavaliere dice di essere suo figlio. Torrismondo sostiene infatti che Sofronia lo abbia concepito con uno dei cavalieri dell’Ordine del Santo Graal, poiché ella andava a giocare ogni giorno con loro nel fitto della foresta che circondava il castello in cui abitava, ed era stato appunto a causa di questi giochi fanciulleschi che, appena tredicenne, era rimasta incinta.Il bosco a cui si riferisce questo flashback è un luogo cupo e tenebroso, dove vivono i cavalieri che, in una misteriosa relazione di magia con la selva, incutono paura e timore sia al lettore che al protagonista del brano, Torrismondo.
Tale foresta per i cavalieri del Santo Graal da un canto è un rifugio dove possono trovare le fonti necessarie per il sostentamento, dall'altro serve a fortificare la loro volontà di isolamento dal mondo, perché è il luogo ideale per dedicarsi alle preghiere, ma soprattutto per migliorare le proprie arti di combattimento. Tuttavia, siccome i cavalieri si dimostrano minacciosi, anche la selva pare cupa e ostile nei confronti di Torrismondo.
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