venerdì 6 aprile 2012

Giulia Carnevali - Cervantes, Don Chisciotte (1605-1615)


Il protagonista della storia è un hidalgo spagnolo di nome Alonso Quijano, ossessionato dai romanzi cavallereschi,  ai quali si dedica nei momenti di ozio. La loro lettura lo appassiona  talmente, da trasportarlo in un mondo irreale e fantastico, in cui si trasforma in un cavaliere errante con la missione di difendere i deboli e di riparare i torti.
Alonso diventa così il cavaliere Don Chisciotte de la Mancha e inizia a girare tutta la Spagna con il suo cavallo un po’ malandato. Nella sua follia, trascina con sé un contadino del luogo, Sancho Panza, al quale promette il governo di un’isola, a patto che gli faccia da scudiero.
«..a questo punto soffiò un po’ di vento e le grandi pale cominciarono a muoversi e Don Chisciotte disse, vedendo ciò: quand’anche muoviate più braccia del gigante Briareo,me la pagherete!..»
Ormai immedesimato nella figura di un valoroso cavaliere, l’hidalgo spagnolo è talmente immerso nelle sue visioni, da arrivare al punto di scambiare i mulini a vento per grossi giganti da sconfiggere; allo stesso modo, egli idealizza anche il paesaggio intorno a lui, e scambia per boschi intricati e folti luoghi di campagna in realtà un po’ aridi, e solo con qualche cespuglio qua e là, quali sono quelli tipici dell’altopiano di Castiglia nella Mancha, situata nel centro della Spagna.
Dunque, i luoghi descritti in questo romanzo possono essere contrapposti ai loci amoeni dell’Aminta di Tasso o al bosco dell’Orlando Furioso, poiché mentre questi sono completamente frutto dell'immaginazione degli autori, quelli del Don Chisciotte sono sì snaturati dall’immaginazione del personaggio principale, ma pur sempre ispirati a una realtà storica concreta.

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